Irpinia e giustizia “sotto tiro”, l'analisi di Nicola Mancino
Irpinia e giustizia “sotto tiro”, l'analisi di Nicola Mancino
12 Novembre 2010
Andrea Castaldo tra le numerose personalità intervenute in occasione della presentazione del libro “Giustizia sotto tiro” di Nicola Mancino al De La Ville di Avellino
Sala gremita di politici e politicanti in occasione della presentazione del libro, ‘Giustizia sotto tiro’, di Nicola Mancino.
Un libro ricco di riflessioni e di considerazioni derivanti dalla sua esperienza in materia di giustizia. E a condividere con lui le circa due ore di dibattito, altri illustri personaggi: Giuseppe Gargani, Andrea Castaldo, Umberto Del Basso De Caro, Michele Scudiero, Edoardo Volino. Ognuno di loro, ha saputo conquistare la platea con profonde e lucide riflessioni partendo dall’analisi di Mancino.
Molti i temi delicati affrontati da Nicola Mancino nell’ambito del suo intervento conclusivo. Ha spaziato dal rapporto conflittuale tra politica e magistratura, all’attuale proposta di istituire due CSM, passando per un’analisi molto più generale dello status della classe politica italiana (ed ovviamente con tutti i temi correlati) e fino ad arrivare a fare il punto della situazione sulla nostra provincia. Nodo fondamentale del suo discorso, il rispetto dei dogmi della Costituzione e di tutta la sfera giudiziaria che sorregge l’impalcatura legislativa della Repubblica e che oggi sembra essersi indebolita.
“A maggior ragione – ha detto – bisogna capire che le riforme si possono fare e risulteranno valide nel tempo, se c’è convergenza tra maggioranza ed opposizione. Non è possibile, come accade troppo spesso oggi, andare avanti a colpi di maggioranza”.
Una frase emblematica che si ricollega bene agli interventi precedenti di Gargani e di Scudiero.
Ed in molti sarà venuto il dubbio se ad essere sotto tiro è la giustizia o qualcos’altro.
Altra stoccata, parlando della proposta di comporre due CSM: “Che senso ha farne due, se poi al vertice di uno dei due non c’è il Capo di Stato? Nella storia della nostra Repubblica, chi è stato ai vertici di determinati ruoli, ha lasciato il segno della propria personalità e della bontà del proprio operato. Sono le persone stesse – sottolinea – che determinano il ruolo rivestito. L’importante è che ci sia buona fede e alto senso istituzionale”.
In questo senso, cita gli articoli 3 e 36 discutendo di diritti civili ed interpretazione evolutiva della figura del magistrato.
Molto lucida anche l’analisi sull’Irpinia, provincia definita malinconica, triste, apparentemente tranquilla. Una terra che rispecchia, in proporzione, lo stato di disagio politico, economico e sociale della Nazione. E lancia un appello ai più giovani: “Capisco il vostro disagio, è un momento difficile. Non state a casa, non rinchiudetevi all’interno delle vostre famiglie. Dovete uscire e mobilitarvi, per migliorare la vostra posizione ma anche per aiutare le future generazioni”.
Tra gli altri, erano presenti al De La Ville, il Questore di Avellino, Sergio Bracco, il sindaco Giuseppe Galasso, il senatore del Pd Enzo De Luca, il comandante dei Carabinieri Giovanni Adinolfi, Gerardo Bianco, Caterina Lengua, Antonio Gengaro, il presidente dell’Ordine dei Medici Antonio D’Avanzo, Lucio Fierro, il comandante della Polizia Municipale di Avellino Fabrizio Picariello, il vice prefetto Silvana Tizzano, l’ex assessore del Comune di Avellino Elvira Matarazzo, Enzo Venezia, Livio Petitto, Lello De Stefano, Chiara Maffei, Modestino Verrengia, Fernando Romano, Vice presidente del consiglio provinciale.
(fonte: Irpinia News)
Per approfondimenti: irpinianews.it
Un libro ricco di riflessioni e di considerazioni derivanti dalla sua esperienza in materia di giustizia. E a condividere con lui le circa due ore di dibattito, altri illustri personaggi: Giuseppe Gargani, Andrea Castaldo, Umberto Del Basso De Caro, Michele Scudiero, Edoardo Volino. Ognuno di loro, ha saputo conquistare la platea con profonde e lucide riflessioni partendo dall’analisi di Mancino.
Molti i temi delicati affrontati da Nicola Mancino nell’ambito del suo intervento conclusivo. Ha spaziato dal rapporto conflittuale tra politica e magistratura, all’attuale proposta di istituire due CSM, passando per un’analisi molto più generale dello status della classe politica italiana (ed ovviamente con tutti i temi correlati) e fino ad arrivare a fare il punto della situazione sulla nostra provincia. Nodo fondamentale del suo discorso, il rispetto dei dogmi della Costituzione e di tutta la sfera giudiziaria che sorregge l’impalcatura legislativa della Repubblica e che oggi sembra essersi indebolita.
“A maggior ragione – ha detto – bisogna capire che le riforme si possono fare e risulteranno valide nel tempo, se c’è convergenza tra maggioranza ed opposizione. Non è possibile, come accade troppo spesso oggi, andare avanti a colpi di maggioranza”.
Una frase emblematica che si ricollega bene agli interventi precedenti di Gargani e di Scudiero.
Ed in molti sarà venuto il dubbio se ad essere sotto tiro è la giustizia o qualcos’altro.
Altra stoccata, parlando della proposta di comporre due CSM: “Che senso ha farne due, se poi al vertice di uno dei due non c’è il Capo di Stato? Nella storia della nostra Repubblica, chi è stato ai vertici di determinati ruoli, ha lasciato il segno della propria personalità e della bontà del proprio operato. Sono le persone stesse – sottolinea – che determinano il ruolo rivestito. L’importante è che ci sia buona fede e alto senso istituzionale”.
In questo senso, cita gli articoli 3 e 36 discutendo di diritti civili ed interpretazione evolutiva della figura del magistrato.
Molto lucida anche l’analisi sull’Irpinia, provincia definita malinconica, triste, apparentemente tranquilla. Una terra che rispecchia, in proporzione, lo stato di disagio politico, economico e sociale della Nazione. E lancia un appello ai più giovani: “Capisco il vostro disagio, è un momento difficile. Non state a casa, non rinchiudetevi all’interno delle vostre famiglie. Dovete uscire e mobilitarvi, per migliorare la vostra posizione ma anche per aiutare le future generazioni”.
Tra gli altri, erano presenti al De La Ville, il Questore di Avellino, Sergio Bracco, il sindaco Giuseppe Galasso, il senatore del Pd Enzo De Luca, il comandante dei Carabinieri Giovanni Adinolfi, Gerardo Bianco, Caterina Lengua, Antonio Gengaro, il presidente dell’Ordine dei Medici Antonio D’Avanzo, Lucio Fierro, il comandante della Polizia Municipale di Avellino Fabrizio Picariello, il vice prefetto Silvana Tizzano, l’ex assessore del Comune di Avellino Elvira Matarazzo, Enzo Venezia, Livio Petitto, Lello De Stefano, Chiara Maffei, Modestino Verrengia, Fernando Romano, Vice presidente del consiglio provinciale.
(fonte: Irpinia News)
Per approfondimenti: irpinianews.it